Chiara, a parte il titolo che è geniale, questa volta ti sei superata: oltre alle consuete riflessioni propositive, questo è un saggio in miniatura. Per quello che vale il mio pensiero, trovo particolarmente irritante la concezione di ‘miracolare’ le persone con disabilità, presente sicuramente negli episodi evangelici da te citati ma ancora presenti nella chiesa moderna, ammiccante in tal senso alle fasce culturalmente più deboli, penso ad esempio ai pellegrinaggi a Lourdes et similia.
Grazie Paolo. Scrivi a una che a Lourdes c’è stata 3 volte, la prima da infante, tornata traumatizzata dall’immersione nella vasca di acqua gelata. La seconda da adulta ho voluto ripetere l’esperienza e ne ho un bel ricordo. La terza solo come inizio del Cammino di Santiago l’esperienza più laica e più cattolica allo stesso tempo che ho vissuto. I pellegrinaggi hanno senso se alimentano la fede, ma purtroppo sono vissuti e spesso presentati come esperienze straordinarie, ed è purtroppo in quelle occasioni che la distorta visione ecclesiale della disabilità ha il suo exploit.
È sempre interessante scoprire quale è il tuo approccio su argomenti solitamente scontati, perché emerge sempre qualche sfaccettatura inaspettata, osservata da un punto di vista alternativo.
Sono molto d'accordo sulla necessità della chiesa (e della società in generale) di garantire a ogni persona il rispetto e la dignità che gli sono dovuti, senza cadere nell'errore del fastidiosissimo pietismo. Lo stesso vale per l'esaltazione delle "qualità morali eroiche" .... So bene come la pensi in merito, ma spesso chi vive situazioni complicate, ma le fronteggia senza lasciarsi andare, viene visto come una persona forte, tenace, coraggiosa, resistente.... Forse perché non si è sicuri di avere dentro di sé la stessa forza e da qui viene l'ammirazione? O perché è ancora una forma di insopportabile pietismo?
Chiara, a parte il titolo che è geniale, questa volta ti sei superata: oltre alle consuete riflessioni propositive, questo è un saggio in miniatura. Per quello che vale il mio pensiero, trovo particolarmente irritante la concezione di ‘miracolare’ le persone con disabilità, presente sicuramente negli episodi evangelici da te citati ma ancora presenti nella chiesa moderna, ammiccante in tal senso alle fasce culturalmente più deboli, penso ad esempio ai pellegrinaggi a Lourdes et similia.
Grazie Paolo. Scrivi a una che a Lourdes c’è stata 3 volte, la prima da infante, tornata traumatizzata dall’immersione nella vasca di acqua gelata. La seconda da adulta ho voluto ripetere l’esperienza e ne ho un bel ricordo. La terza solo come inizio del Cammino di Santiago l’esperienza più laica e più cattolica allo stesso tempo che ho vissuto. I pellegrinaggi hanno senso se alimentano la fede, ma purtroppo sono vissuti e spesso presentati come esperienze straordinarie, ed è purtroppo in quelle occasioni che la distorta visione ecclesiale della disabilità ha il suo exploit.
È sempre interessante scoprire quale è il tuo approccio su argomenti solitamente scontati, perché emerge sempre qualche sfaccettatura inaspettata, osservata da un punto di vista alternativo.
Sono molto d'accordo sulla necessità della chiesa (e della società in generale) di garantire a ogni persona il rispetto e la dignità che gli sono dovuti, senza cadere nell'errore del fastidiosissimo pietismo. Lo stesso vale per l'esaltazione delle "qualità morali eroiche" .... So bene come la pensi in merito, ma spesso chi vive situazioni complicate, ma le fronteggia senza lasciarsi andare, viene visto come una persona forte, tenace, coraggiosa, resistente.... Forse perché non si è sicuri di avere dentro di sé la stessa forza e da qui viene l'ammirazione? O perché è ancora una forma di insopportabile pietismo?
Un abbraccio 😘
Secondo me tutte e due le cose.