Perché tu vali.
Una giornata solo per noi.

Buongiorno, persona disabile nella mia rubrica del telefono che questa mattina ti sei svegliata con questo messaggio.
Probabilmente avrai pensato... ah, è ancora viva Chiara. Ebbene sì, sono viva e ti do la sveglia con questa newsletter, che non a caso esce oggi, con un giorno di ritardo rispetto al solito. Perché se c’è la giornata internazionale dei gatti e le gattare di tutto il mondo la celebrano l’8 di agosto, c’è anche la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità e ricorre proprio oggi, 3 dicembre.
Lo ammetto subito: sì, il titolo me l’ha ispirato la storica pubblicità dello shampoo, trattasi di cultura pop.
Scrivo a te oggi e so che probabilmente starai pensando: è solo un’altra inutile ricorrenza. Può essere che tu abbia ragione, ma per me, ogni anno, assume un significato sempre più personale e spero lo stesso accada per te.
Voglio essere onesta. Per anni, ho sentito un peso nel mio petto, una sensazione costante di essere “in difetto”. Un peso per la società. Ho incontrato sguardi imbarazzati e, sì, anche quelle carezze sulla testa, come se fossi un cucciolo, una presenza da trattare con condiscendenza. Ogni volta era come sentirmi dire: tu sei meno. Sai di cosa sto parlando, vero? È un dolore silenzioso, ma corrosivo, che ti fa mettere in dubbio il senso della tua stessa esistenza.
Ma c’è stato un momento di svolta.
È successo quando ho smesso di cercare di “normalizzare” la mia esperienza. È successo quando ho scelto di affermare la mia identità con forza: sono una persona disabile.
Per me, l’Identity-First Language (persona disabile) non è solo una scelta linguistica; è un atto di auto-riconoscimento e di orgoglio. È dire: questa è una parte essenziale di me, non è un aggettivo che mi è stato appiccicato.
E sai cosa è successo quando ho abbracciato la mia identità di persona disabile? Ho iniziato a vedere tutte le mie altre identità. Sono una Donna. Sono una Lavoratrice con competenze e ambizioni. Sono una Cittadina con diritti e doveri (e una voce che voglio usare). La disabilità non è più stata la lente sfocata attraverso cui vedevo il mondo e me stessa, ma è diventata una base solida da cui far partire tutte le mie altre identità. Non sono un peso: sono una risorsa, con una prospettiva unica sul mondo.
Questa giornata non deve essere un giorno in cui la società si “ricorda” di noi per 24 ore. Deve essere il giorno in cui noi ci ricordiamo chi siamo.
Non siamo la nostra diagnosi. Non siamo le barriere che ci circondano. Siamo persone complesse, piene di talenti, amori, difetti e un valore intrinseco che non può essere misurato dalle capacità.
Non smettere mai di lottare per il tuo posto. Non permettere a nessuno di sminuire la tua esperienza. Se qualcuno ti farà una carezza non abbassare la testa, ma tienila ben alta e ripetiti: io valgo.
Oggi, e ogni giorno, uniamoci per affermare chi siamo. Il nostro valore non è negoziabile. Affermiamolo insieme, perché siamo il motore del cambiamento che vogliamo vedere nel mondo.
Ti auguro la piena consapevolezza del tuo inestimabile valore.
Con affetto
Chiara


Parole intense e vibranti , che dovrebbero essere lette anche da chi ufficialmente disabile non è, perché fanno riflettere... Soprattutto su quella eventuale carezza sulla testa che forse è capitato di dare...o su quello sguardo imbarazzato che è capitato di intercettare. Perché tutti hanno delle fragilità, più o meno evidenti, e nessuno è esente dall'avere avuto un dito puntato o dall'avere subito un commento sgradevole. E la soluzione è proprio la tua! Alzare la testa e andare fieri delle proprie qualità! Un abbraccio 😘
Chiara 💗 🫂